Nadia
Ci sono prevalentemente due scene.
Nella prima, nel dip.di filosofia dell’università una mia fantomatica amica passa con un’altra amica. Saluto la prima, della seconda capisco dallo sguardo timido ed eloquente che “mi ha notata”. Lo stesso giorno (nel sogno però viene dichiarato “il giorno dopo”…vabbe’!) faccio per salire le scale quando queste due scendono e la mia amica mi dice che la sua amica vorrebbe conoscermi meglio. Dopo qualche giro di parole io le dico “Te la posso rubare due minuti? Così ne parliamo io e lei”, sperando che il mio comportamento spontaneo non turbi la timidezza di questa ragazza. Ci appartiamo e le dico che potremmo uscire insieme, cercando di accondiscendere e tirar fuori un desiderio che continuava a trattenere. Lei mi dice di sì, dove e quando e aggiunge qualcosa del genere: “Mi hai colpita perché non sei molto femminile, insomma, sembri più un maschio. Per il modo di fare intendo! Pensavo che avessi bisogno di me e penso che sia così”. Io ci sono rimasta malissimo, l’ha detto con una tale sicurezza e gentilezza ce devo averle risposto con un “ci vediamo” da pesce lesso. Il giorno dell’appuntamento (in realtà continua ad essere lo stesso giorno!!!) io devio (devio o mi sto recando nel luogo dell’appuntamento??? la sensazione è che sto facendo entrambe le cose!) e mi reco in una zona di appartamenti ancora in costruzione, bianchi, costruiti su un terreno ancora pieno di erbacce e di schifosissima muffa, sembrava che ci tenesse più a fare schifo che ad essere muffa, non so se s’intende! Ho cercato di non toccarla, soprattutto di superare il disgusto, ho seguito un passaggio che mi portava ad una porta d’entrata, che ad un certo punto si è aperta e una donna tranquilla e sorridente mi ha chiesto se volevo del succo di frutta. Appena me l’ha chiesto mi è venuto in mente del gustosissimo succo d’arancia, ma per ovvio pudore ho trattenuto il desiderio di chiederle se aveva proprio quello ed ho risposto solo con un “volentieri”.
Fine, mi pare.
Mi sto frequentando con un ragazzo di quel dip. che ogni tanto apostrofo con “Donna!” per prendere in giro il mio comportamento più che il suo, oppure gli dico di contrastare le mie provocazioni con un “Sta zitta donna!” per gioco, ma non lo fa!
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