Holly
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Una sera mi trovo con B, nuova conoscenza, facciamo le cose belle che si fanno in certi casi e la notte sogno di (ri)farle con A. Sogno immacolato, ovviamente, oltre di una banalità che se fosse stucchevole sarebbe più sopportabile.
Una notte sogno che B mi fa un regalino, un bel quaderno rilegato in una certa maniera e con una certa copertina. Lo stesso regalino che mi fece A nella realtà, credo l’unico non intinto di obbligo di ricambiare ai miei regali.
Una notte successiva sogno che nella città c’è movimento, ci sono delle case, tanti giovani che si conoscono, con cui ci conosciamo, aiuto a preparare delle stanze per una festa, in un altro edificio a breve avverrà un’assemblea, sta scendendo la sera, ma anche le strade, come gli interni, sono vivaci e ben illuminate; io sono nell’edificio della festa, incontro A, non ci vediamo da tanto, da quando più o meno ci siamo detti di non sentirci più che era meglio, con un seguito di arrabbiature, risentimenti, incomprensioni tenute su da motivazioni consapevolmente inconsistenti – più o meno, ovviamente tutto immacolato appena ci vediamo, nella stessa misura concreto, e tutto molto garbato, andiamo nell’edificio dell’assemblea, passiamo in mezzo come due corpi invisibili agli altri o anche visibili e coi soliti vestiti da quattro soldi che tanto noi stiamo per fare le scale, andare su una stanza soppalcata o soffitta, fatta a triangolo con il tetto spiovente di legno, e per terra qualche baule dove c’erano attrezzi per organizzare l’assemblea, e un materasso, del tipo futon, dove sappiamo entrambi faremo quelle cose belle che facevamo anche solo guardandoci negli occhi. Ma quelli erano tempi immacolati, e troppo concreti. La sensazione che siano anche immutati dev’essere una delle tante illusioni che capitano nella vita (post-adolescenziale, per carità), ma ai sogni non importano questi dettagli e ti fanno svegliare in pace dato che da sola non ci riesci ancora. Un disinfettante.
Un’altra notte sogno che io e delle amiche/conoscenze ci incontriamo in una delle tante uscite, una di queste abita con A, che però si è trasferito da poco in un’altra casa. Arriviamo nella loro casa, ci sono altri coinquilini (mai visti, ma nel sogno due li conoscevo), decidiamo cosa cucinare nonostante siano le undici di sera, dalla finestra della cucina si veda il buio, ma dalla ex-stanza di A entra una luce di un mezzogiorno estivo non soffocante, in perfetta gradazione con corpo e retina, non è che posso entrarci perché ora è la stanza del nuovo coinquilino e io, con la mia solita imminente crisi di pianto, stretta al cuore, nausea, fitte al ventre fuori luogo, ansia, panico, voglia di prendere la testa e formattarla ricordando tutte le cose belle e brutte di quella stanza, vado in bagno, mi guardo allo specchio, e ho una pettinatura orribile. Chi l’ha fatta, mi chiedo. Quando, soprattutto. Sono mezza rasata, molto più che secondo la moda di oggi, oltretutto la rasatura nella parte destra (in parte della parte destra) e sul capo (dio mio, rasatura sul capo) mostrano una riscrescita rada, o meglio, uguale a quella di una bambola, con i follicoli piuttosto distanziati fra loro e perfettamente distanziati a mo’ di scacchiera. Il resto ricrescita normale e capelli lunghi che riescono inspiegabilmente a formare la mia folta coda di cavallo. Esco dal bagno con la compostezza di un’aristocratica inglese reprimendo tutto come al solito, e sento che chiedono di A dicendo che adesso è ospite da un certo B (cioè, lo stesso nome di B). La cosa curiosa è quello che penso, ovvero, “cacchio se è lo stesso B mi sa che dovremo vederci di nascosto dal suo nuovo coinquilino (A)…” Il che mi rassicura di quanto la presenza di B sia efficace per evitare la tipica discesa nel burrone della lagna che capita in certi casi, intendo, quando rischia di durare oltre una certa soglia, o in quello di un’allegria e di un umorismo forzati che lascia solo svuotati.
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Holly, il tuo sogno un po’ mi ricorda il film di Chabrol “La fille coupée en deux”… non è che dimezzata tra A e B alla fine la testa ti si rasa a metà?…?
Questi mi rubano i capelli, l’ho capito io. I capelli prima di tutto, come la coda per il gatto 🙂